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Porto Alegre [Bra$ile]: “Quando l’anarchia disturba” – Dichiarazione della Bibliotec Kaos sugli attacchi contro anarchici

via ANARHIJA

FANCULO “L’OPERAZIONE ÉREBO”

Ci sono molte cose da dire, ma inizieremo con la più urgente. Il 25 ottobre è iniziata la caccia anti-anarchica, contro il FAG [Federazione Anarchica Gaucha], l’istituto Parhesia, lo spazio occupato Pandorga e alcune individualità che hanno visto i propri spazi e le proprie case invase dalla polizia. Se non proprio tutta, ma probabilmente una buona parte della varietà anarchica è stata colpita e varie di loro si sono pronunciate in accordo, con fermezza, contro la repressione. E questo è aria fresca che rafforza ognuno che sente l’eversione.

E’ evidente che l’obiettivo degli agenti della repressione punta anche contro di noi, contro le pubblicazioni che abbiamo fatto o in cui abbiamo partecipato. Ed è di questo che parleremo. “La cronologia di scontro anarchico”, quella che raccoglie le informazioni da 2000 a 2015, e quella che raccoglie l’attivazione anarchica del 2016, sono entrambi libri esibiti come “prove” di vandalismo, attacchi e atti criminosi. Tra le molteplici forme che l’anarchismo utilizza nella ricerca di libertà, questo libro parla di informalità anarchica come un’opzione in base all’attuale volto del dominio. Inoltre, chiariamo che questo libra parla di azioni, ma non solo di quelle anarchiche. Per esser più precisi, esso diffonde azioni nelle quali sentiamo l’aroma di anarchia. E tra l’anarchismo e l’anarchia ci sono differenze che possono essere delicate, ma sono però importanti.

L’istinto anarchico è quell’impulso anti-dominio che può essere presente in qualunque individuo o collettivo, al di là delle appartenenze e della militanza politica. Per questo motivo nelle cronologie includiamo conflitti di popolazioni non-Occidentali, gli scontri di strada nelle proteste più ampie e di diverse motivazioni, le azioni contro lo Stato e il Capitale, e molto ancora. Lungi dalle teorie, chiariamo questo perché la persecuzione degli anarchici non considera questa differenze nella ricerca di un capro espiatorio per vari episodi che preoccupano la polizia e i potenti di sempre. E’ sorprendente che la polizia, il capo Jardim e i media mostrano come una grande novità dei fatti che sono già sono apparsi in prima pagina all’epoca, e che sono già stati indagati dalla polizia, solo perché tutti questi fatti sono condensati nella nostra pubblicazione. Nessuno dei libri è una rivendicazione. Esistono libri di memoria anarchica, con azioni e conflitti da molto prima dell’esistenza di Biblioteca Kaos, che sicuramente continueranno nonostante noi. La pubblicazione espone con gioia e, sì, a testa alta l’esistenza di uno scontro anarchico che risponde al dominio, alla devastazione delle terra e all’attacco di tutte le forme di libertà, ma non rivendica questi fatti che possono essere raccolti, come lo abbiamo fatto noi da varie pagine internet e giornali locali. E se abbiamo realizzato questa pubblicazione consci del rischio che rappresentava, è perché la ribellione merita di essere difesa, urlata, celebrata e gridata con tutti i mezzi possibili. Mai rispetteremo e mai crederemo nell’obbedienza che vogliono imporci, la sottomissione e la paura che vogliono inculcare nelle persone dal momento che nascono.

Perciò le azioni stampate nelle cronologie sono attacchi contro la materialità del dominio. Cioè contro gli edifici, le macchine, i macchinari, le strade, le finestre. Personale. Oggetti. Simboli. La polizia del territorio controllato dallo Stato brasiliano è famosa a livello internazionale per essere una polizia assassina. Le cosiddette “operazioni di pacificazione” sono massacri, massacri autentici, come Candelária[1] e Carandiru[2], come anche l’omicidio con un tiro ale spalle di Eltom Brum[3], con addirittura la massa di polizia che riceveva l’assassino. E sono loro che parlano di terrore, di bande del male, del tentato omicidio? Mostrano una fionda e dei mattoni ecologici come armi, mentre tengono fucili in mano. Parlano di terrorismo e bande del male mentre preparano la prossima invasione contro un villaggio o una favela, dove i morti non saranno neanche menzionata nei media. Tanto sono insignificanti per loro. Ci piacerebbe credere che ognuno si sente insultato dalla prova del capo Jardim. In un contesto dove le armi sono usuali, i mattoni ecologici presentati come esplosivo son un insulto ad ognuno. Però, noi non dimentichiamo quando Pinho Sol [nota marca di deodorante] era considerato arma e utilizzato come “prova” contro Rafael Braga[4], che hanno tenuto dietro le sbarre finché non si è ammalato di tubercolosi, cioè finché non hanno sentito di aver fatto di tutto per ammazzarlo.

La repressione degli anarchici dimostra due cose. La prima, presentare dei “terroristi” sugli schermi come uno spettacolo televisivo per far girar i riflettori lontano da questioni come la corruzione, la sfiducia nella politica e nella polizia e il lento genocidio attraverso le riforme economiche. Il fatto che adesso cercano di risolvere i fatti del 2013[5] e perseguire un libro e delle letture dimostra chiaramente un tentativo spettacolare di celare l’attacco crescente contro la popolazione, di depoliticizzare con minacce e diffondere la paura addirittura nel leggere (chiare pratiche democratiche). La seconda cosa che rappresenta la persecuzione anti-anarchica è che l’anarchia disturba. Quando parliamo dell’anarchia che disturba, chiaramente non parliamo di ragazze e ragazzi che si comportano bene e agiscono nei limiti imposti dal potere, non parliamo di persone che possiedono leggi nei propri corpi e nei propri cuori tracciando i propri limiti d’azione. Quando parliamo di azione che disturba, parliamo di un’insubordinazione talmente forte di persone e gruppi che è stata capace di interrompere la normalità dell’arena del potere, di paralizzare la città, di distruggere i simboli di militarizzazione su Haiti[6], di incendiare i veicoli che sequestrano e uccidono trascinando come i cavalli dell’inquisizione (Claudia non dimentichiamo la tua morte).

I libri della Biblioteca Kaos diffondono questa anarchia. Quella che disturba. Quella che risponde allo scontro di agribusiness, colonizzazione civilizzazione, militarizzazione, ecocidio, società carceraria… In parole semplice, mentre il dominio cerca di distruggere il pianeta e tutto ciò che trova indesiderabile, noi diffondiamo ciò che attacca il dominio.

E quando l’anarchia infastidisce, la reazione dei potenti minaccia e vuole annusare la paura. La risposta anarchica a questa persecuzione rimarrà nei nostri cuori e nelle nostre azioni. Come affronteremo questo crocevia segnerà il momento del nostro passaggio per il sentiero di vita ribelle.

Forza e solidarietà con gli accusati in “Operazione Érebo”

Biblioteca Anarchica Kaos

Ottobre 2017

[1] Massacro di Candelária, Rio de Janeiro, 1993, otto bambini di strada senza fissa dimora uccisi dalla polizia.

[2] Massacro di Carandiru, San Paolo, 1992, 111 prigionieri uccisi dalla polizia militare durante una rivolta.

[3] Il senza terra Elton Brum da Silva ucciso nel 2009 da un fucile calibro 12, mentre dava le spalle alla Brigata costituita da 80 militari armati anche di spade, durante lo sgombero della Fazenda Southall a São Gabriel.

[4] Rafael Braga arrestato durante le proteste del 2013. Nell’epoca senzatetto, è stato semplice portato via dal suo luogo mentre la polizia reprimeva la manifestazione.

[5] 2013 è ricordato come un anno di sommosse di strada contro caro-trasporti in gran parte del territorio sotto il dominio dello Stato bra$iliano. Come in altri territori del mondo, ci sono state molte rivolte perlopiù auto-organizzate.

[6] L’esercito bra$iliano è responsabile per la militarizzazione di Haiti.

[Porto Alegre, Bra$il] “Quando a anarquia incomoda.” Comunicado da Biblioteca Kaos diante da perseguição contra anarquistas

Há muitas coisas para falar, mas iremos pelo mais urgente. O 25 de outubro começou uma perseguição anti-anarquista contra a FAG [Federação Anarquista Gaúcha], o Parhesia, a ocupação Pandorga e algumas individualidades que tiveram espaços e moradias invadidas pela polícia. Se não toda, provavelmente uma boa parte da diversidade anarquista foi atingida e várixs deles se pronunciaram desde suas concordâncias, com firmeza, diante da repressão. E isso é vento fresco que fortalece a todo aquele que se sinta em sedição.

Fica evidente que a mira dos agentes da repressão também aponta contra nós, contra as publicações que fizemos ou nas quais participamos. E é sobre isso que vamos a nos pronunciar. A cronologia da Confrontação Anárquica, tanto aquela que recolhe informação desde o 2000 até o 2015, quanto aquela que recolhe o acionar anárquico do 2016, são os livros que estão exibindo como “provas” de vandalismo, ataques, e atos criminosos. Dentre as múltiplas formas de procurar a liberdade que tem o anarquismo, esses livros falam da informalidade anárquica como um opção de acordo com o rosto da dominação atual. Ainda mais, esclarecemos que estes livros falam de ações que não são anarquistas só. O foco dos livros é a difusão de ações anárquicas. Para ser mais precisos, se difundem ações nas quais nós sentimos o aroma da anarquia. E entre o anarquismo e a anarquia há diferenças que podem ser delicadas mas que são importantes.

O instinto anárquico é aquele impulso anti-dominação que pode estar presente em qualquer individualidade ou coletividade, para além dos pertencimentos ideológicos e militâncias políticas. É por isso que nas cronologias incluímos conflitos das populações não ocidentais, a conflitividade nas ruas dentro de protestos mais abrangentes e motivações diversas, ações contra o Estado e o Capital e muito mais. Longe de ir pela teoria, esclarecemos isto já que a perseguição contra os anarquistas não toma em conta estas diferenças procurando achar um bode expiatório para múltiplos eventos que incomodaram aos policias e aos poderosos de sempre.

Surpreende que a polícia, o Delegado Jardim, e a mídia mostram como a grande novidade, fatos que já foram manchete no seu momento e já foram pesquisados pela polícia também, só pelo fato de estarem condensadas em nossas publicações. Nenhum dos livros é uma reivindicação. São livros de uma memória anárquica, com ações e conflitos muito anteriores à existência da Biblioteca Kaos e que com certeza irão continuar para além de nós. A publicação mostra, com alegria e de cabeça erguida sim, a existência de um confronto anárquico que dá resposta à dominação, à devastação da terra e ao ataque contra toda forma de liberdade, mas não reivindica a autoria desses fatos que podem ser colhidos, tal como nós fizemos de várias páginas de internet e jornais locais. E se fizemos essas publicações sabendo do risco que elas apresentavam é porque a insubmissão merece ser defendida, uivada, festejada e gritada por todos os meios possíveis. Jamais acreditaremos nem respeitaremos a obediência que pretendem impor, a submissão e o medo que querem inocular nas pessoas desde que nascem.

Para além disso tudo. As ações que estão nas cronologias são ações de ataque contra a materialidade da dominação. Ou seja contra prédios, carros, máquinas, estradas, vidraças. Coisas. Objetos. Símbolos. A polícia do território controlado pelo estado brasileiro é internacionalmente famosa por ser uma polícia assassina. As operações de pacificação, são chacinas, autênticos massacres, como a da Candelária e a do Carandiru, assim como o assassinato pelas costas de Eltom Brum que até teve uma torcida policial recebendo o assassino. E são eles quem vem a falar de terror, de quadrilhas do mal, de tentativa de homicídio? Mostram um estilingue e tijolos ecológicos como armas, enquanto eles estão de pistola na mão. Falam de terrorismo e quadrilhas do mal enquanto preparam a seguinte invasão contra uma vila ou favela, onde os mortos nem serão mencionados pela mídia. Assim, insignificantes são para eles. Gostaríamos de acreditar que todos se sentem insultados com as provas do Delegado Jardim. Num contexto onde as armas são corriqueiras, tijolos ecológicos apresentados como explosivos é um insulto para qualquer um. Porém, não esquecemos do uso policial do pinho sol como arma (prova) contra Rafael Braga a quem sequestraram até ele pegar tuberculose, ou seja, até sentir que fizeram de tudo para matá-lo.

As repressões contra os anarquistas mostram duas coisas. A primeira que apresentar “terroristas” na tela serve como show para tirar os holofotes dos problemas como a corrupção, o descrédito político-policial e o genocídio devagar mediante reformas econômicas. Que agora tentem resolver fatos do 2013 e persigam um livro e literatura, mostra claramente um uso midiático e espetacular que pretende esconder o crescente ataque contra a população, despolitizar mediante ameaças e espalhar o medo até de ler (práticas evidentemente democráticas).

A segunda coisa que apresenta uma perseguição anti-anarquista é que a anarquia incomoda. Quando falamos da anarquia que incomoda, claramente, não estamos falando de meninos e meninas bem comportados agindo dentro das margens impostas pelo poder, não falamos de pessoas que tem as leis no seus corpos e corações lhes desenhando seus limites de ação. Quando falamos da anarquia que incomoda falamos de uma insubmissão tão forte de pessoas e grupos que tem sido capazes de interromper a normalidade da praça dos poderes, de paralisar a cidade, de quebrar os símbolos da militarização no Haiti, de queimar os veículos que sequestram, e matam arrastando como cavalos da inquisição (Claudia não esquecemos da sua morte).

Os livros da Biblioteca Kaos difundem essa anarquia. A que incomoda. Aquela que responde o embate do agronegócio, da civilização colonizante, da militarização, do ecocídio, da sociedade carcerária… Em palavras mais simples, enquanto a dominação tenta destruir o planeta e todos que eles acham indesejáveis, nós difundimos o que ataca a dominação.

E quando a anarquia incomoda, a reação dos poderosos ameaça e quer farejar o medo. A resposta anarquista e anárquica contra essa perseguição ficará nos nossos corações e ações. O como enfrentamos esta encruzilhada marcará o momento de nosso passo pela trilha da vida em rebeldia.

Força e solidariedade com Xs perseguidxs pela operação Érebo.

Biblioteca Anárquica Kaos

Outubro de 2017

[Porto Alegre, Bra$il] “When anarchy disturbs” LIbrary Kaos statement about the prosecution against anarchists

via A_N_A

translated by tormentasdefogo

There are many things to say, but we will start with the most urgent. In the 25 of October began an anti-anarchist persecution against FAG [Gaucho Anarchist Federation] Parhesia institute, Pandorga squat and some individuals who had their spaces and houses raided by cops. If not all, probably a good part of the anarchist diversity was reached and several of them spoke firmly from their agreement against repression. And this is a fresh air that strengthens every one who feels sedition.

It is evident that the aim of the agents of repression also points against us, against the publications we have made or in which we participate. And that is what we are going to say. “The chronology of the Anarchic Confrontation”, the one that collects information from 2000 to 2015, and the one that collects the anarchic trigger of 2016, both are the books that are being exhibited as “evidence” of vandalism, attacks, and criminal acts. Among the many ways anarchism has to search for freedom, these books speak of anarchic informality as an option according to the current domination’s face. Further, we clarify that these books speak of actions but not only anarchists ones. The focus of the books is the diffusion of anarchic actions. To be more precise, it spread actions in which we feel the aroma of anarchy. And between anarchism and anarchy there are differences that may be delicate but which are important.

The anarchic instinct is that anti-dominating impulse that can be present in any individuality or collectivity, beyond the ideological belongings and political militancy. That is why in the chronologies we include conflicts of non-Western populations, street conflict within larger protests and diverse motivations, actions against the State and Capital, and more. Far from going by the theory, we clarify this since the persecution against the anarchists does not consider these differences in order to find a scapegoat for multiple events that bothered the cops and the powerful of always. It is surprising that the police, deputy Jardim, and the media, show as the great news some facts that were already headlines at the time and have already been searched by cops, just because all these facts are condensed in our publications. None of the books is a claim. They are books of an anarchic memory, with actions and conflicts long before the existence of the Kaos Library, which will surely continue beyond us. The publication shows with joy and yes, with head held high, the existence of an anarchic confrontation that respond to the domination, the devastation of the earth and the attack against all forms of freedom, but it does not claim responsibility of these facts that can be collected, as we have done from various internet pages and local newspapers. And if we have made these publications aware of the risk they presented, it is because insubmission deserves to be defended, howled, celebrated and shouted by all possible means. We will never believe or respect the obedience they intend to impose, the submission and the fear they want to inoculate in people from the moment they are born.

Therefore, the actions printed in the chronologies are attacks against the materiality of domination. That is against buildings, cars, machines, roads, windows. Stuff. Objects. Symbols. Cops in the territory controlled by the Brazilian state are internationally famous for being a murderous police force. The so-called “pacification operations” are massacres, authentic massacres, such as Candelária and Carandiru, as well as the murder of Eltom Brum from behind his back that even had a police crowd receiving the murderer. And are they the ones who talk about terror, about evil gangs, about attempted murder? They show a sling and ecological bricks as weapons while they’re holding guns. They speak of terrorism and evil gangs while preparing the next invasion against a village or favela, where the dead will not even be mentioned by the media. That insignificant they are to them. We would like to believe that everyone feels insulted by the evidence of the Garden Delegate. In a context where weapons are commonplace, ecological bricks presented as explosives are an insult to anyone. However, we do not forget when Pinho Sol [famous deodorizer label] was considered a weapon and used “evidence” against Rafael Braga* whom they held behind bars until he got tuberculosis, that is, until they felt they had done everything to kill him.

The repression against anarchists show two things. First, to present “terrorists” on screen serves as a TV show to turn the spotlight away from issues such as corruption, political-police discredit and slow genocide throughout economic reforms. That they now try to solve the facts of 2013* and chase a book and literature, clearly shows a spectacular attempt to hide the growing attack on the population, to depoliticize through threats and spread fear even to read (evidently democratic practices). The second thing that presents an anti-anarchist persecution is that anarchy disturbs. When we speak of anarchy that disturbs, we are clearly not talking about well behaved boys and girls acting within the limits imposed by power, we do not speak of people who have laws in their bodies and hearts drawing their limits of action. When we speak of anarchy that disturbs, we speak of such a strong insubordination of people and groups that have been able to interrupt the normality of the power square, to paralyze the city, to break the symbols of militarization in Haiti**, to burn the vehicles that seize, and they kill dragging like horses of the inquisition (Claudia we do not forget your death).

The Kaos Library books spread this anarchy. The one that disturbs. The one that answers the clash of agribusiness, colonization civilization, militarization, ecocide, prison society… In simpler words, while domination tries to destroy the planet and all that they find undesirable, we spread what attacks the domination.

And when anarchy bothers, the reaction of the powerful threatens and wants to sniff the fear. The anarchic response to this persecution will remain in our hearts and actions. How we face this crossroads will mark the moment of our passage through the path of rebellious life.

Strength and solidarity with those prosecuted by “Operation Érebo”

Kaos Anarchic Library

October 2017

Translation notes:

* Rafael Braga was arrested during 2013 protests. At the time, he was homeless and was simply removed from his place while cops repressed the demo.

** 2013 is remembered as a year of street uprising against transportation fairs in great part of the territory under domain of the bra$ilian state. As in other territories in the world, there were a lot of insurgent protests mostly self organized.

*** Bra$ilian army is responsible for the militarization of Haiti.

Copenhagen [Danimarca]: Vandalizzata ambasciata argentina

via ANARHIJA

Nella nottre tra 17 e 18 di ottobre abbiamo vandalizzato con la pittura l’entrata dell’ambasciata argentina a Copenhagen. Abbiamo anche scritto il nome di Santiago Maldonado e una A cerchiata.

Lo abbiamo fatto perché lo Stato argentino è responsabile per la scomparsa dell’anarchico Santiago Maldonado, avvenuta più di due mesi fa. Alcuni giorni dopo la nostra azione abbiamo sentito la triste notizia del ritrovamento del suo cadavere. Lo Stato e la polizia sono responsabili! Siamo arrabbiati!

Alcuni anarchici

Praga, Chéquia – O veredito do caso Fenix: réus absolvidxs

tradução recebida via email

via AntiFénix

“3 anos de faltas de evidências – 3 anos que fuderam nossas vidas”

Segue abaixo a tradução:

“O tumultuado caso Fenix consiste em muitas acusações de muitos crimes,
desde a chamada “promoção do terrorismo” a de preparação de ataques
terroristas. Estes são os mais discutidos no último julgamento do
tribunal municipal em Praga. Durante o seu veredicto, o juiz absolveu
todos os cinco réus do caso Fenix ​​1. É uma vitória? Por que essa
decisão não é definitiva? O artigo seguido é uma tradução de uma visão
geral de um mês sobre as audiências do tribunal e algumas análises de
nossa situação e experiência, originalmente escritas na língua checa.

Esta longa audiência foi sobre cinco anarquistas, três delxs acusadxs
​​de conspirar um ataque terrorista em um trem que usava parafernália
militar. 2 delxs foram acusadxs ​​de saber sobre tais planos e não ter
parado xs autorxs presumidxs. Duas dessas cinco pessoas também foram
acusadas de preparar um ataque com coquetéis molotov contra carros da
polícia durante o desalojo da okupa Cibulka. Basicamente, de acordo com
os policiais, existem no total cinco pessoas e três crimes diferentes
envolvidos. (E tudo isso é apenas para Fenix ​​1, porque algumas dessas
pessoas estão enfrentando novas acusações no contexto de Fenix ​​2).
No grupo onde xs cinco acusadxs ​​estavam envolvidxs, havia dois
policiais infiltrados. Esses dois indivíduos prepararam ativamente os
dois ataques e também os iniciaram parcialmente. No entanto, o juiz não
identificou suas ações como uma provocação, porque os materiais que
detectariam a provocação não estão disponíveis.

A juíza, Hon. Hana Hrncirova, enfatizou que absolveu todxs xs acusadxs
por falta de provas suficientes. Ela destacou a falta de transparência
do trabalho da polícia: “A razão pela qual o tribunal tomou tal decisão
é o fato de que, durante a avaliação da evidência, o juiz expressou
fortes dúvidas sobre a transparência policial em seus métodos, tanto
antes do início da ação penal quanto quando foi legalmente permitido
envolver os agentes implantados no caso “, disse ela.
A juíza destacou que a polícia agiu sem ter mandado por meses e quando o
advogado da defesa pediu os registros de sua atividade, a polícia não os
teve: “O tribunal não possui vestígios de registros, nem mesmo um”,
disse a juíza. Então ela disse: “O advogado de defesa tentou obter esses
materiais porque pode-se supor que, com base nessas licenças
individuais, deve haver algum registro em algum lugar. Esses registros
nunca foram incluídos no arquivo.”

De acordo com o que a polícia disse, os materiais dos primeiros meses de
infiltração “não existem ou não podem ser usados”. Então, temos outra
pilha de arquivos que estão existentes, arquivos com uma transcrição da
comunicação do telefone celular gravada e, de fato, podem ser usados.
Especialmente para provar que os agentes secretos, a infiltração e a
construção do caso não são uma questão do passado, como ouvimos com
muita frequência. Cômico foi o momento, quando o juiz levantou esta
pilha sobre a cabeça (é um volume de cerca de 400 páginas A4) e disse
que, a partir de todas essas transcrições, nenhuma coisa tem nenhum
valor como evidência.

A decisão não é definitiva porque o promotor público Pazourek sentiu que
ainda não destruiu a vida das pessoas o bastante e apelou. Como
ex-policial, ele acredita que a polícia atuou corretamente e espera que
a Suprema Corte confirme sua opinião. Certamente, ele fará todo o
possível para encontrar algo que “deve estar lá e pode ser usado”.
Podemos simplesmente esperar que este caçador de anarquistas (ele também
propõe pelo menos 12 anos de prisão para xs acusadxs no caso Fenix) e
também desempenha papel no Fenix 2, terá elementos sem valor de
evidência no próximo julgamento.

Ao contrário de Pazourek, o ministro do interior, amante de armas,
social-democrata, Josef Chovanec, não tem tempo para esperar pelo
tribunal superior. As eleições parlamentares estão se aproximando e ele
tem que dar prioridade ao polimento de sua imagem, apresentando-se como
justo e um bom pai. E, portanto, depois de três anos, percebeu de
repente, no caso Fenix, “algo não está certo”. Em seu perfil de
“Twitter”, ele deixou alguns comentários fazendo referência a fatos
pertencentes à história checa: “Se isso prova que foi apenas uma
provocação policial, eu pedirei um caso de investigação minuciosa e uma
punição dos culpados. A polícia de um estado tão democrático […] não
pode destruir arbitrariamente a vida das pessoas, e isso independente do
seu pensamento político. Espero que o “julgamento de Omladina*” pertence
à nossa história e não ao nosso presente “. Pena que ele não estivesse
lá dizendo essas palavras quando, no momento da prisão de Martin
Ignacak, o detetive principal Palfiova, olhando para o arquivo,
declarou: “podemos fazer tudo!”

Se o próprio Chovanec é diretamente ou parcialmente responsável pelo
processo contra o movimento anarquista ou não, não sabemos e demorará
muito tempo antes de descobrirmos. Certamente, se o tribunal enviasse as
cinco pessoas atrás das grades, podemos apostar que ele irá tocar os
ombros de seus amigos “pelo bom trabalho que fizeram”. Agora, quando o
contrário aconteceu, ele pode culpar por seus erros e abuso de poder
apenas a alguns indivíduos de um aparelho policial e punitivo que de
outra forma é “impecável” e “útil para toda a comunidade”.

A falta de evidências vence
Para muitos de nós, o veredito do Tribunal é um alívio. Por um momento,
podemos respirar, nos encontrar para jantar e ver nossxs amigxs em um
estado de espírito mais relaxado fora das paredes da prisão. Estes
momentos são importantes na vida e é bom que possamos aproveitá-los. A
prisão é uma instituição inútil, divide relacionamentos, isola pessoas e
destrói vidas. É por isso que o veredito, por mais agradável do que
“culpado”, não é uma vitória total para nós. Não esquecemos o que três
anos de infiltração e posterior investigação significaram. Ales, Martin
e Peter ficaram presxs por 27 meses no total, Lukas – 7 meses, e antes
disso ele tinha estado um ano na clandestinidade. Todxs elxs ainda
aguardam julgamentos (apelo da Fenix ​​1 e algumxs delxs e outrxs 2
camaradas da Fenix ​​2). Algumxs delxs com possíveis sentenças de vida
ainda no ar. Não nos esqueçamos de que Igor, que hoje é considerado
inocente, estava com a maior dificuldade durante três meses, ainda está
enfrentando dificuldades difíceis e estava reportando aos serviços de
liberdade condicional há quase um ano e meio. Além disso, ele ainda está
sob risco de deportação da Chéquia devido a sua permanência em custódia.

As famílias, amigxs e as pessoas mais próximas dxs réus e presxs, bem
como aqueles que são diretamente afetadxs pelo caso Fenix, estão
enfrentando uma grande pressão emocional e separação. A polícia entrou
em vários apartamentos e tem levado mais e mais pessoas para
interrogatórios. A polícia está usando seus poderes, como levar as
pessoas à floresta, ameaçando xs parceirxs e pais e mães dxs suspeitxs.
Uma lista do que foi feito durante as várias ações repressivas (e
estamos falando apenas dos últimos três anos na cena antiautoritária na
chamada Chéquia) provavelmente seria longa e assustadora.

Em suma, é claro que não há nada para comemorar. A necessidade de
esmagar o sistema opressivo ainda está no jogo, basta pensar em uma
estratégia melhor e encontrar novas formas de lutar. Em casos como o
Fenix, é necessário entender o que isso realmente trata. As unidades
repressivas não têm medo de nós sozinhos, nem temem Martin, Peter,
Sasha, Ales, Katarína, Radka, Igor, Lukas, Ales e xs outrxs acusadxs. O
que os assusta é que mais e mais pessoas se identificam com nossas
idéias, especialmente se começarem a usar uma variedade maior de
táticas. Os protetores do status quo investem muitas forças, energia e
recursos para manter as pessoas na crença de que esta é a liberdade para
a qual sonham.

Pessoas antiautoritárias e anarquistas que acreditam que podemos viver
nossas vidas de uma forma mais genuína do que a oferecida pelo
neoliberalismo e que não precisamos de Estado e Política, podem oferecer
uma alternativa que possa interferir com esse estilo de vida consumista.
A repressão é então vista como a ferramenta ideal para suprimir idéias.
E por eles, o aparelho estatal quer desacreditar-nos através de meios
sensacionalistas e rotulando-nos como terroristas, intimidando-nos
usando o encarceramento e dividindo o movimento entre “xs radicais” e xs
“não-violentxs” e colocando-nos umxs contra xs outrxs. Paralise-nos com
a paranoia.

A questão é de onde essa tentativa de repressão é bem sucedida e em que
pontos podemos trabalhar nós mesmos. Como não cair em armadilhas que são
invisíveis à primeira vista e como derrubar paredes em nossas cabeças.
As paredes dentro de nós mesmos e entre nós e outras pessoas. Como
quebrar essas paredes e construir pontes fora delas. Como superar o
medo, obter o que está lutando e respeitar cada umx. E por último, mas
não menos importante, como não cair no desejo de ganhar em um jogo que
não é nosso e que só nos afasta de coisas e atividades importantes.

O caso Fenix ​​tornou-se um ponto crucial nas vidas de muitxs de nxs.
Podemos aprender muito com isso. Tomar como um ponto de referência para
entender melhor como funcionam as estruturas de poder e para se entender
mutuamente, bem como para analisar criticamente os nossos próprios
erros. Nxs não queremos fingir que temos as respostas para todas as
perguntas. Mas aprendemos uma coisa. Se queremos que nossas ações e
nossa organização sejam realmente efetivas e perigosas para as
estruturas de opressão que nos mantêm sob controle, essas devem ser
decorrentes de discussões coletivas e negociações que vão além dos
esquemas fornecidos pelo estado. Aprendemos que não há motivo para se
esconder da repressão, é melhor estar pronto para enfrentá-lo e criar
condições que tornem essas operações inativas. Enquanto as pessoas
estiverem presas, primeiro, se discute se esta é a medida certa para
implementar ou não apenas após a prisão, há uma razão para continuar
lutando. Isso não quer dizer que, se o processo judicial acontecer na
ordem oposta, a questão é resolvida, em vez disso, precisamos imaginar
um mundo completamente diferente. Um mundo sem prisões, fronteiras e
polícia, onde devemos realmente resolver os problemas em vez de nos
espalhar por trás das paredes.

Fenix não é uma operação visando algumxs anarquistas ingênuxs, mas um
ataque ao futuro da subversão como um todo. É também uma demonstração do
poder policial e do trabalho dos agentes secretos do estado na
democracia que ouvimos tão frequentemente como sinônimo de liberdade.

Não seja pego!

Em Solidariedade, Cruz Negra Anarquista, Praga, Equinócio de Outono de
2017.

“Meus pilares de valores são: Vida, Justiça, Liberdade e Igualdade. As
pessoas que constroem casos e querem aprisionar pessoas dificilmente
entendem tais valores. Estou pronto para qualquer veredito, e eu vou
levá-lo segurando minha cabeça erguida. Um veredito que afetará minha
vida e a vida dos outros. “
Final do discurso de Martin Ignacak.”

Notas:

*Em 1894, o julgamento Omladina, convocado na capital regional
austro-húngara de Praga, colocou ostensivamente o anarquismo e o
anarco-sindicalismo chéquio no tribunal, bem como condenando
especificamente 68 nacionalistas chéquios por atividades radicais.

[Copenhague, Dinamarca] Embajada argentina vandalizada

recibido via e-mail

tormentasdefogo@riseup.net

“En la noche entre el 17 y el 18 de octubre, vandalizamos la entrada de la embajada argentina en Copenhague con tinta. También escribimos el nombre de Santiago Maldonado y un A circulado.

Lo hicimos porque el estado argentino es responsable de la desaparición del anarquista Santiago Maldonado que ocurrió hace más de dos meses. Algunos días después de nuestra acción, oímos la triste noticia de que su cadáver fue encontrado. ¡El estado y la policía son responsables! ¡Estamos en rabia!

Anarquistas”

[Copenhague, Dinamarca] Embaixada argentina Vandalizada

recebido via e-mail

tormentasdefogo@riseup.net

“Na noite entre o dia 17 e 18 de Outubro, nós vandalizamos a entrada da embaixada argentina em Copenhague com tinta. Nós também escrevemos o nome de Santiago Maldonado e um A circulado.

Nós fizemos isto porque o estado argentino é responsável pelo desaparecimento do anarquista Santiago Maldonado que aconteceu há mais de dois meses atrás. Alguns dias após nossa ação, nós ouvimos a triste notícia que seu cadáver foi encontrado. O estado e a polícia são responsáveis! Nós estamos com raiva!

Anarquistas”

 

[Copenhagen, Denmark] Argentinian embassy vandalized

received via e-mail

tormentasdefogo@riseup.net

“Copenhagen, Denmark

In the night between the 17th and 18th of October we vandalized the entrance of the Argentinian embassy in Copenhagen with paint. We also wrote the name Santiago Maldonado and a circled A.

We did this because the Argentinian state is responsible for the disappearance of the anarchist Santiago Maldonado that happened more than two months ago. A few days after our action we heard the sad news that his dead body had been found. The state and the police are responsible! We are angry!

Some anarchists.”

Porto Alegre (Brasile): Testo di compagni anarchici su recenti attacchi anti-anarchici

via ANARHIJA

Testo di compagni anarchici su recenti attacchi anti-anarchici

Ciao compagni!

Scriviamo per darvi notizia sull’uragano che ha devastato le nostre case…

Questa mattina, alle ore 6, è stata lanciata un’operazione di polizia (Operazione Érebo) contro spazi, squat e case di individualità anarchiche. Hanno detto tramite mass media che questo è solo l’inizio, con 30 persone indagate, e che continueranno con le perquisizioni.

Hanno costruito, secondo la loro logica, un’organizzazione criminale internazionale, una “banda del male”, costituita per attaccare il potere e le sue strutture.

Gli attacchi incendiari sono realmente accaduti… siamo quello che siamo, e su questo non faremo marcia indietro: Siamo anarchici, amiamo la libertà e, sì, disprezziamo tutti i valori e le istituzioni che compongono questa macchina da guerra chiamata capitalismo e civiltà.

Che le notizie si diffondono e la solidarietà venga espressa.

Viva l’anarchia!

Contro l’Operazione Érebo

via ANARHIJA

La polizia ha iniziato la cosiddetta “OPERAZIONE ÉREBO” con l’obiettivo di incriminare gli anarchici nella città di Porto Alegre, regione meridionale del territorio dominato dallo Stato bra$iliano. Questa operazione rappresenta un tentativo di arrestare degli anarchici che avrebbero preso in attività informali dal 2013.

Su questo caso non abbiamo nulla dire, a parte il necessario:

NOI NON PARLIAMO IL LINGUAGGIO DEL NEMICO

Non importa se sono “colpevoli” o “innocenti”, e ancora meno se sono nel “giusto” o nel “torto”. La moralità è il linguaggio dei processi. Noi combattiamo contro le leggi, perché la loro natura repressiva esiste solo per mantenere “l’ordine e il progresso”, entrambi responsabili per la miseria umana. Noi siamo contro le carceri e perciò non collaboriamo per riempire questo deposito umano. Quindi, noi fortemente sosteniamo i dieci anarchici perseguiti dalla macchina genocida dello Stato.

NOI NON CREDIAMO NELLO SPETTACOLO MEDIATICO

Come sempre i media sfruttano questo recente episodio per creare il proprio spettacolo. I notiziari cercano di descrivere gli anarchici come parte di un solo gruppo, per dare credibilità al commissario Paulo César Jardim e ai suoi cani. I giorni della marcia nazione in cui viviamo sono molti fragili, e per questo ci è chiaro che i media hanno solo interessi politici, che noi disprezziamo.

È IMPOSSIBILE ARRESTARE UN’IDEA

Né una né mille operazioni di polizia saranno capaci, come loro dicono, di “smobilitare” la nostra lotta per la libertà. L’anarchia sorge dalle crepe di autoritarismo e di dominio tecnologico, ed è perciò che i potenti non ci fermeranno. La nostra passione per la libertà è più forte di ogni cella.

PER LA LIBERTÀ TOTALE!!!

SIAMO OVUNQUE!!!